Il gioco d'azzardo patologico: una forma di dipendenza
- Sharon Bocca

- 20 nov
- Tempo di lettura: 13 min
Sfida psicologica e sociale contemporanea
Il gioco d'azzardo patologico in un riassunto...

Introduzione
La dipendenza dal gioco d'azzardo, nonché Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), è nota anche come ludopatia, o meglio disturbo da gioco d’azzardo, ed è una problematica complessa che tocca milioni di persone in tutto il mondo. Si tratta di una condizione che può avere conseguenze devastanti non solo per le persone che ne sono colpite, ma anche per le loro famiglie e comunità. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche della dipendenza dal gioco d'azzardo, le sue cause, i sintomi, le conseguenze e le strategie per affrontarla.
Un po’ di storia…
Prima di addentrarci nella storia del gioco d’azzardo, fermiamoci un momento a riflettere su un fenomeno non validato scientificamente ma a dir la verità interessante: ogni epoca storica sembra prediligere una specifica sostanza di abuso. Di ciò ne è un esempio anche la storia contemporanea, che ha visto un passaggio dall’uso dell’eroina, all’uso della cocaina, fino ad arrivare a sostanze quali MDMA (nota come ecstasy), come se questo fosse in linea con gli eventi sociali. In effetti, a partire dal boom economico, il tanto lavoro emerso richiedeva qualcosa che alleviasse lo stress e desse sensazioni di calma, ed ecco l’eroina, successivamente la cultura della performance richiedeva qualcosa che tenesse sempre attivi, ed ecco la cocaina, e infine, in una società come quella odierna, mossa dalla necessità di integrazione e di empatia, ecco che si prediligono sostanze quali l’ecstasy e la ketamina. Questo non è certo un punto di osservazione piacevole, anzi, è tutt’altro, però può rappresentare una nota introduttiva ai fini di una comprensione maggiore rispetto alla storia del gioco d’azzardo nello specifico. Che ne è quindi del gioco d’azzardo?
Nel corso della storia, il gioco d’azzardo è stato presente in moltissime culture.
Esso ha origini antichissime, risalenti a migliaia di anni fa. I primi riferimenti documentati risalgono alle civiltà mesopotamiche, di cui sono stati ritrovati dadi a sei facce con numeri o puntini su ogni lato, utilizzati per giocare o scommettere e datati intorno al 3000 a.C.
Nell'antica Cina, poi, giochi simili a lotterie e il gioco del mahjong erano popolari.
I greci e i romani antichi invece si dilettavano con scommesse su corse di cavalli, combattimenti e giochi di fortuna.
Nel Medioevo, il gioco d'azzardo era ampiamente praticato, ma spesso regolato o proibito dalla Chiesa.
Durante il Rinascimento, i casinò iniziarono a prendere forma in Italia, a partire dal famoso Casinò di Venezia, inaugurato nel 1638. Nei secoli successivi, con l'espansione coloniale, il gioco d'azzardo si diffuse in tutto il mondo, diventando un fenomeno globale.
Oggi, il gioco d'azzardo è parte integrante di molte culture, assume forme che vanno da lotterie nazionali e casinò tradizionali ai moderni giochi online, spesso più accessibili e pervasivi.
Nel periodo a cavallo tra il XX e il XXI secolo, i SerT sono diventati SerD e hanno cominciato ad occuparsi anche del Gioco d’Azzardo Patologico. Prima i SerT si occupavano solo di tossicodipendenze, perché l’alcolismo era trattato separatamente, e il gioco d’azzardo si limitava a poche opzioni legali, con regole più restrittive e meno varietà di giochi rispetto a quello che è successo invece in seguito alla maggiore legalizzazione ed espansione del settore. Le poche opzioni riguardavano: il totocalcio dove le partite venivano giocate la domenica pomeriggio e i risultati venivano comunicati la domenica sera, il lotto, l’ippica per cui era necessario recarsi sul posto, e infine i Casinò situati in poche città italiane e non usufruibili dai dipendenti pubblici e dai residenti. Nel 2001 però è stato legalizzato il Bingo, come evoluzione del gioco della tombola, progressivamente sono aumentate le sale ippiche, e nel 1992 sono state legalmente introdotte in Italia le slot machines che hanno iniziato a diffondersi in modo significativo dopo la regolamentazione specifica avvenuta nel 2003. Tutto questo ha reso dunque il gioco più facilmente accessibile. In aggiunta, poi, con l’avvento di Internet sono comparsi i giochi online, che hanno completamente rimosso la relazione fisica e hanno permesso di soddisfare il proprio piacere in modo immediato.

Cosa si intende per dipendenza dal gioco d'azzardo?
Quali sono i sintomi?
Sebbene la maggioranza delle persone pratichi il gioco, a partire da quello generico, in modo responsabile, alcuni vengono assorbiti da esso fino a raggiungere conseguenze negative. In questi casi, infatti, il gioco ha esiti devastanti che influiscono sull’individuo, sulla sua famiglia e sulla società.
La ludopatia è stata classificata come un disturbo del controllo degli impulsi e, più recentemente, come un disturbo comportamentale correlato alle dipendenze, a causa del frequente riscontro in una stessa persona di entrambe le condizioni, di manifestazioni simili e del medesimo substrato genetico e fisiologico. Dal punto di vista terminologico, attualmente non si parla più tanto di gioco d’azzardo patologico ma di disturbo da gioco d’azzardo.
Chi soffre di questo disturbo sente un bisogno compulsivo di giocare, nonostante le gravi conseguenze economiche, sociali e psicologiche cui va incontro. Questa compulsione spesso si sviluppa in modo graduale, passando da un comportamento occasionale a un bisogno incontrollabile che domina la vita della persona.

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il disturbo da gioco d’azzardo prevede un comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta disagio o compromissione clinicamente significativi.
La persona che ne soffre può aver bisogno di quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata, può essere irrequieta se tenta di ridurre il comportamento problematico, potrebbe sentire sforzo nel cercare di smettere di giocare, può essere anche preoccupata dal gioco e avere pensieri persistenti con cui non solo rivive precedenti situazioni di gioco, ma inoltre analizza gli ostacoli e pianifica la prossima esperienza e gli eventuali modi per ottenere denaro, e ancora, può usare il gioco come modalità di gestione del disagio o come tentativo di risoluzione delle proprie perdite economiche, e infine tende a mentire e a mettere in pericolo una relazione significativa, il lavoro, o opportunità di studio o carriera, a ricorrere a prestiti o metodi illegali e a contare sugli altri per procurarsi il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie disperate causate proprio dal gioco d’azzardo stesso.
Cosa non è dipendenza dal gioco d’azzardo?
Nel distinguere la dipendenza dal gioco d’azzardo da altre condizioni, per prima cosa, bisogna sottolineare che la dipendenza rappresenta una patologia cronica caratterizzata da: una perdita di controllo del comportamento in questione, tolleranza cioè bisogno di aumentare l’intensità del comportamento per averne gli stessi effetti, sintomi di astinenza, craving, ossia forte desiderio di giocare, e, infine, incapacità di smettere. Dunque, la dipendenza va distinta dall’uso e dall’abuso. L’uso è il ricorso occasionale e controllato al comportamento di gioco e non causa danni alla persona e ai suoi contesti di riferimento. L’abuso è invece un ricorso eccessivo e scorretto alla condotta di gioco, che comincia a causare conseguenze negative per la persona o per i suoi contesti di riferimento, per cui non è ancora una vera e propria dipendenza, ma può essere un segnale d’allarme. Da ciò si evince, pertanto, che uso, abuso e dipendenza si possono collocare lungo un continuum di gravità, di cui la dipendenza ne rappresenta il massimo livello.
La dipendenza dal gioco d’azzardo, così come anche le altre dipendenze, spesso sono solo la punta dell’iceberg di condizioni ben più complesse e gravi. La dipendenza dal gioco può essere infatti una conseguenza negativa di esperienze traumatiche e/o presentarsi talvolta anche insieme ad altri disturbi mentali.
Sovente, la dipendenza dal gioco d’azzardo è correlata ad altre dipendenze, quali quelle comportamentali, e quelle da alcol e da altre sostanze. Può essere associata anche a disturbi medici come quelli cardiovascolari. Inoltre, la ludopatia si può manifestare unitamente ai disturbi d’ansia, ai disturbi dell’umore, al disturbo ossessivo-compulsivo, ai disturbi alimentari, alle neurodivergenze e ai disturbi di personalità, in particolare il disturbo antisociale e il disturbo borderline.
La presenza simultanea di dipendenza dal gioco e di altri disturbi determina una maggiore gravità dei sintomi, un maggiore rischio di suicidio, difficoltà di trattamento e una più alta probabilità di cronicizzazione.
Quali sono le cause della ludopatia?
Le cause della dipendenza dal gioco d'azzardo sono multifattoriali e includono fattori biologici, psicologici e sociali.
Per quanto riguarda i fattori biologici, si è riscontrato che alterazioni nei circuiti cerebrali legati alla ricompensa e al piacere possono predisporre alcune persone alla dipendenza. Alcuni studi suggeriscono che il rilascio di dopamina durante il gioco d'azzardo crea una sensazione di gratificazione immediata che può portare a comportamenti ripetitivi.
Rispetto ai fattori psicologici, come in parte accennato, ansia, depressione, bassa autostima e difficoltà nella gestione dello stress possono aumentare la probabilità di sviluppo di tale disturbo. Pregressi contesti traumatici, in particolare, rappresentano un fattore di rischio importante. Per molte persone, il gioco d'azzardo diventa un modo per evadere dalle difficoltà interne ed esterne.
Infine, possono intervenire i fattori sociali: la facile accessibilità ai giochi d'azzardo e la normalizzazione culturale di queste attività possono contribuire al problema, influenzando negativamente chi ne è vulnerabile.
Come si presenta la dinamica del comportamento di dipendenza dal gioco?
La ludopatia non è solo “voglia di giocare”, ma è un complesso comportamento che si struttura secondo una dinamica e fattori ben precisi.
Innanzitutto, come già accennato, durante il gioco, così come per esempio anche durante un rapporto sessuale o altre azioni legate al piacere, il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore che in generale regola proprio il piacere e la motivazione. Tale sostanza, però non viene rilasciata solo durante il gioco in sé ma anche a seguito di una imminente possibile vincita o di un imminente possibile premio, rinforzando così il comportamento. Il rilascio avviene precisamente all’interno del sistema dopaminergico mesolimbico, che collega l'area tegmentale ventrale (VTA) nel mesencefalo al sistema della ricompensa nel cervello, in particolare al nucleus accumbens, all'amigdala e all'ippocampo. Nelle persone vulnerabili a livello genetico, dunque, questo sistema diventa ipersensibile agli stimoli del gioco e meno capace di autoregolarsi. Inoltre, anche la corteccia prefrontale, normalmente responsabile del controllo delle azioni, può essere di per sé deficitaria e diventarlo ancor più in conseguenza del gioco d’azzardo, provocando così l’impulsività, in quanto la corteccia tende a perdere forza e a far sì che prenda il sopravvento l’altro sistema, ossia quello dell’emozione forte, della ricompensa, ed il giocatore continua a giocare anche in presenza di rischio.

Un altro fattore rilevante nella strutturazione e nel mantenimento del comportamento ludopatico è dato dalla presenza di rinforzi variabili, il che significa vincite, ricompense, di tipo randomico. Il meccanismo del rinforzo variabile è il più potente sistema in grado di promuovere un comportamento. Questo accade non solo nel gioco d’azzardo, ma anche in altri comportamenti, infatti i premi dati per esempio ad un bambino in modo non costante possono promuovere in lui la condotta desiderata. È l’incertezza a mantenere il comportamento, in quanto con essa il cervello rimane in attesa della vincita. Precisamente, il cervello tende a rimanere in attesa durante l’ignoto poiché in origine poteva rappresentare un’azione evoluzionisticamente vantaggiosa: in contesti in cui la disponibilità di risorse era imprevedibile, gli esseri umani potevano essere spinti a perseverare nella ricerca.
Poi, ad alimentare il comportamento di dipendenza contribuiscono vere e proprie distorsioni cognitive, vale a dire false credenze del giocatore in merito a se stesso o al gioco, come per esempio quelle di poter controllare il caso, di essere fortunato o addirittura magico, o quelle sulla statistica. A tal proposito, il giocatore tende a pensare che se ha perso per più volte di seguito allora la probabilità di vincere aumenterà, ma non riconosce che nonostante in alcune situazioni la probabilità di un evento aumenti al verificarsi di eventi precedenti, come nel caso del rallentamento del traffico stradale in presenza di pioggia, in certi tipi di gioco (roulette, slot, dadi), invece, gli eventi sono indipendenti, nel senso che le uscite successive non hanno memoria delle precedenti. Questi pensieri distorti, dunque, alimentano la perseveranza nel gioco.
Per comprendere la dinamica del comportamento di dipendenza dal gioco d’azzardo, inoltre, è utile capirne il circolo vizioso che la caratterizza. In sostanza, l’atto del giocare parte da uno stato di eccitazione e determina a sua volta questo stato. Subito dopo l’eccitazione, si ha una vincita o una perdita, ma sia la vincita sia la perdita innescano di nuovo il gioco e di conseguenza il ciclo, in quanto se la persona vince prova eccitazione e voglia di ri-vincere, e se perde prova frustrazione, desiderio di provare eccitazione e quindi voglia di recuperare.
In aggiunta, i conseguenti sentimenti di ansia e depressione, così come le problematiche sociali, quali bugie ai familiari, indebitamento e isolamento, aggravano, spesso di nascosto, la dipendenza, ne alimentano cioè il circolo, poiché la persona tende a ricorrere al gioco come tentativo di gestione delle suddette conseguenze.
Alla luce di quanto fin qui descritto, si verifica, nel fenomeno della ludopatia, proprio una progressione tipica: ad una fase di vincite, caratterizzata da entusiasmo, euforia e gioco crescente, seguono una fase di perdite, in cui la persona tenta di recuperare continuamente tali perdite (fase di rincorsa o “chasing”) aumentando la frequenza di gioco e le puntate, e una fase finale di disperazione, fatta di debiti, bugie e gravi problematiche. In sostanza, ad una iniziale perdita in cui il giocatore prova frustrazione e rabbia, si accompagna poi il pensiero distorto “Se continuo a giocare recupero quanto perso”, e ciò fa sì che vi siano nuove puntate più alte e rischiose, e ulteriori perdite, che aumentano l’urgenza di continuare a giocare per riscattare le perdite, instaurando un vero e proprio circolo vizioso. Il recupero delle perdite è molto improbabile, ma il cervello del giocatore interpreta ogni vincita come un segnale di riuscita, e questo non solo determina vari indebitamenti, in quanto il giocatore scommette cifre più alte di quelle che può permettersi, ma rinforza anche la dipendenza, perché il giocatore non gioca più per piacere ma per recuperare le perdite e gestire le conseguenze negative che ne derivano.

Quali sono le conseguenze della dipendenza da gioco d’azzardo?
In dettaglio, le conseguenze della ludopatia, dunque, possono essere più o meno gravi e di varia natura. A seconda del livello di dipendenza della persona, cioè, i possibili esiti possono avere un certo impatto. In genere, comunque, per la persona e per chi le sta vicino gli effetti sono spesso piuttosto devastanti.
Le conseguenze, nello specifico, possono essere: economiche e legali, familiari, psicologiche, fisiche e sociali.
Il gioco d’azzardo patologico, dunque, può portare a gravi conseguenze economiche quali spese elevate, debiti ingenti, perdita del lavoro, di immobili o beni materiali, e instabilità finanziaria. In molti casi, infatti, la dipendenza dal gioco d'azzardo conduce proprio ad una spirale di perdite economiche e ulteriori indebitamenti. Tutto ciò, per di più, può portare addirittura alla messa in atto da parte della persona di condotte illegali al fine di procurarsi le somme di denaro necessarie per continuare a giocare.
La rottura delle relazioni familiari e amicali, il successivo isolamento e la stigmatizzazione sono poi ulteriori possibili conseguenze della ludopatia, in quanto chi ne soffre può far riferimento agli altri al fine di sopperire alle perdite economiche avvenute, mentendo, causando conflitti o mettendo in condizioni difficili coloro che aiutano, e portandoli così all’allontanamento. La perdita del controllo finanziario, in sostanza, può portare al fallimento personale o familiare, determinando gravi ripercussioni sulla stabilità domestica e sulla fiducia reciproca. È importante quindi porre uno sguardo anche ai sentimenti delle persone che stanno vicino a chi soffre di questa dipendenza, poiché possono essere attraversate da preoccupazione, impotenza e rabbia, diventando di fatto a loro volta vittime indirette della situazione. La famiglia, però, sebbene rappresenti talvolta il primo luogo in cui si manifesta il disagio, può rappresentare anche una forte motivazione al cambiamento, se caratterizzata da comprensione, sostegno e guida.
Inoltre, nell’ambito delle conseguenze della ludopatia, molti giocatori sperimentano sintomi quali frustrazione, ansia, alterazioni dell’umore, stress, insonnia, irritabilità, difficoltà di concentrazione, senso di colpa, di vergogna, di fallimento e altresì di impotenza, e, nei casi estremi, manifestano anche pensieri suicidari, aggravando ulteriormente la propria condizione, così da sentire l’esigenza di ricorrere di nuovo al gioco per provare sensazioni di benessere. Sostanzialmente, si verifica una vera e propria perdita di controllo, un circolo vizioso che porta sempre di più nella profondità della dipendenza.
Tenuto conto che l’essere umano è un organismo bio-psico-sociale, poi, queste sopracitate conseguenze possono determinare un effettivo peggioramento della salute fisica, sia perché la persona tende a trascurare la cura di sé, sia provocando di fatto disturbi come per esempio quelli cardiovascolari, gastrointestinali e immunitari, in quanto il continuo stato di allerta, unito alla pressione economica e sociale, danneggia progressivamente l’equilibrio psicofisico dell’individuo. A livello cerebrale, oltretutto, si presentano proprio alterazioni significative del circuito dopaminergico della ricompensa, dovute, come spiegato, alla ripetuta sollecitazione di tale sistema.
Infine, il gioco d’azzardo patologico costituisce anche un problema di salute pubblica poiché comporta ingenti costi per la società, sia dal punto di vista economico sia da quello umano: le spese per i trattamenti terapeutici, gli indebitamenti e la disoccupazione hanno un peso sulla collettività.
Quali sono gli interventi per la dipendenza da gioco d’azzardo?
Per il trattamento della dipendenza da gioco d'azzardo è richiesto spesso un approccio multidisciplinare, che coinvolge cioè più figure di riferimento.
La psicoterapia svolge un ruolo essenziale. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente efficace nel modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati al gioco tenendo conto del background della persona; attraverso di essa, i pazienti imparano a riconoscere le cause e i fattori scatenanti e a sviluppare strategie per gestirli. Inoltre, la psicoterapia è utile anche per i familiari e le persone circostanti, in quanto può aiutarli a sviluppare le risorse interne necessarie ad affrontare la situazione.
Poiché nel gioco d’azzardo patologico vengono sollecitate aree cerebrali specifiche, anche il supporto farmacologico può essere importante per il trattamento. In alcuni casi, i farmaci come gli antidepressivi o gli stabilizzatori dell'umore possono essere utili.
Partecipare a gruppi di auto-aiuto come quello dei Giocatori Anonimi, poi, può garantire un sostegno emotivo fondamentale. Questi gruppi offrono un ambiente sicuro dove condividere esperienze e trovare incoraggiamento.
Infine, la dipendenza da gioco d’azzardo può essere affrontata anche in modo indiretto attraverso l’educazione e la prevenzione. Sensibilizzare la popolazione sui rischi del gioco d'azzardo, per esempio tramite campagne educative nelle scuole e nei luoghi di lavoro, può contribuire a ridurre l'incidenza del problema, diffondendo consapevolezza e promuovendo comportamenti responsabili.
La sfida della prevenzione
Un aspetto cruciale nel superamento della dipendenza da gioco d'azzardo è proprio la prevenzione. Le strategie preventive possono includere dunque una maggiore regolamentazione delle attività di gioco d'azzardo, la limitazione della pubblicità ingannevole e la creazione di programmi educativi mirati a sensibilizzare i giovani sui rischi associati al gioco. È fondamentale che le comunità lavorino insieme per creare contesti che riducano i comportamenti a rischio. Attraverso l’informazione, l’ascolto e il sostegno è possibile interrompere il ciclo della dipendenza e restituire libertà a chi ne è vittima.

Conclusioni
La dipendenza da gioco d'azzardo è una questione complessa, che dipende da fattori storici, economici, biologici, psicologici e sociali. Chi ne soffre spesso si trova a combattere anche con altre problematiche e tende ad andare in contro a conseguenze spiacevoli.
Tuttavia, con il giusto supporto psicologico, sociale e medico, è possibile migliorare questa condizione e ripristinare una vita equilibrata e soddisfacente. La richiesta di aiuto è il primo passo per affrontarla.





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