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Immagine del redattoreSharon Bocca

Zzz Che sonno!

Aggiornamento: 22 giu 2023

Il sonno e i disturbi del sonno


Il sonno








Il sonno

Il buon riposo

Il sonno è un bisogno fisiologico fondamentale per il benessere psicofisico dell'individuo. Durante il sonno, il corpo riposa, si rigenera e si prepara per le attività della giornata successiva. Tuttavia, molte persone soffrono di disturbi del sonno che possono compromettere la qualità del riposo e avere conseguenze negative sulla salute a breve e lungo termine.


Dagli anni Trenta del Novecento, gli studiosi hanno cominciato ad interessarsi del sonno, attraverso l’utilizzo dell’elettroencefalogramma (EEG), che misura l’attività cerebrale, in questo caso durante il sonno. È stato scoperto che esistono cinque fasi del sonno, che si ripetono in modo ciclico durante la notte.


Le fasi del sonno


La prima è la fase dell’addormentamento, in cui la persona è ancora in uno stato di semi-veglia. La seconda è quella del sonno leggero. Poi seguono la fase del sonno profondo e quella del sonno profondo effettivo. Queste fasi sono fasi non-REM. L’ultima fase, invece, è la fase del sonno REM, dall’inglese Rapid Eye Movement, cioè rapidi movimenti oculari. In questa fase si verificano infatti veloci movimenti degli occhi. La maggior parte del sonno REM ha luogo durante l’ultima parte della notte. Si ritiene che i movimenti oculari abbiano il potenziale di garantire sensazioni di maggior benessere. È questo uno dei motivi per cui il sonno ha i suoi benefici.


Le fasi del sonno, dunque, si alternano ciclicamente, ma quelle non-REM hanno luogo maggiormente nella prima parte della notte. Inoltre, ci sono differenze di età perché il sonno dei bambini è perlopiù REM. Anche il livello di stress e lo stato di salute generale possono influenzare la durata delle tipologie del sonno.

Durante il sonno non-REM, non ci sono movimenti oculari, il battito cardiaco è rallentato e i muscoli sono rilassati, mentre in fase REM, al contrario, sono presenti rapidi movimenti oculari, il battito cardiaco è accelerato, la pressione sanguigna aumentata e i muscoli sono paralizzati.


I movimenti oculari del sonno REM si verificano poiché sono attive diverse aree cerebrali, in particolare le zone deputate al controllo del movimento, vale a dire quelle del lobo frontale. Inoltre, nel sonno REM sono maggiormente attive le aree cerebrali che si occupano del consolidamento della memoria e quelle responsabili delle coloriture affettive, perciò i sogni in questa fase sono connotati affettivamente e talvolta illogici.


Possono capitare episodi in cui il cervello della persona si sveglia durante la fase REM prima del corpo, causando così una sensazione di paralisi. Questo stato può durare da pochi secondi a diversi minuti e può essere molto spaventoso per chi lo vive. Durante il sonno REM, il cervello invia segnali ai muscoli per mantenere il corpo immobile e prevenire movimenti involontari che potrebbero mettere a rischio la persona. Nella paralisi del sonno, questa paralisi temporanea persiste anche quando la persona si risveglia improvvisamente, creando la sensazione di essere intrappolata nel proprio corpo. La paralisi del sonno può essere accompagnata da allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche, che sono percezioni sensoriali intense e spesso spaventose che si verificano durante il passaggio dallo stato di veglia a quello di sonno (ipnagogiche) o dallo stato di sonno al risveglio (ipnopompiche).


I disturbi del sonno


Possono subentrare veri e propri disturbi del sonno.


La deprivazione del sonno

La deprivazione del sonno

Innanzitutto si può verificare la deprivazione del sonno, con problematiche in vari ambiti, come ad esempio nella capacità di mantenere la concentrazione e l’attenzione durante il giorno.

La deprivazione del sonno si verifica quando una persona non dorme a sufficienza o non dorme abbastanza a lungo per soddisfare le proprie esigenze fisiologiche e psicologiche. La quantità di sonno necessaria varia da persona a persona, ma in genere gli adulti hanno bisogno di circa 7-9 ore di sonno per notte per mantenere una buona salute fisica e mentale.


L'insonnia

La persona che conta le pecore

Inoltre, può esserci l’insonnia. L'insonnia è caratterizzata dalla difficoltà ad addormentarsi o dal risveglio precoce, ed è spesso legata a molteplici fattori psicologici o contestuali, nonché cattive abitudini, come per esempio l’utilizzo di dispositivi elettronici prima dell’addormentamento, pensieri intrusivi, credenze patogene rispetto al sonno, esercizio fisico o discussioni accese prima di dormire, eccessivo utilizzo di caffeina o altri stimolanti, orari non stabili, eccetera. L'insonnia può influire anch’essa sulla qualità e sulla quantità del sonno, causando affaticamento diurno, irritabilità e difficoltà di concentrazione. L'insonnia può essere classificata in base alla sua durata e alla sua frequenza. L'insonnia acuta si verifica quando la difficoltà a dormire dura meno di tre mesi, mentre l'insonnia cronica si verifica quando la difficoltà a dormire dura per tre mesi o più. L'insonnia può anche essere classificata in base alla sua frequenza, come l'insonnia occasionale o transitoria, che si verifica occasionalmente, o l'insonnia persistente, che si verifica regolarmente. Bisogna differenziare anche tra insonnia primaria e secondaria. L’insonnia primaria si riferisce ad una condizione in cui la persona ha difficoltà a dormire senza una causa identificabile, come invece una malattia o un disturbo del sonno. L’insonnia secondaria riguarda una condizione in cui la persona ha difficoltà nel dormire a causa di una condizione medica o di un’altra motivazione identificabile, quale il dolore cronico, il reflusso o l’apnea del sonno.


Il sonnambulismo


Il sonnambulismo, invece, è un disturbo del sonno nel quale la persona si alza dal letto e compie attività motorie complesse, come camminare o parlare, senza rendersene conto. Il sonnambulismo si verifica più comunemente nei bambini, ma può anche interessare gli adulti. Il sonnambulismo si verifica durante la fase profonda del sonno. Durante questa fase, il cervello è in uno stato di attività ridotta, ma il corpo può ancora muoversi. In generale, il sonnambulismo è un disturbo del sonno benigno e la maggior parte delle persone che soffrono di questo disturbo non richiede un trattamento medico. Tuttavia, se il sonnambulismo interferisce con la qualità del sonno o con la vita quotidiana, può essere utile consultare un medico o un esperto del sonno per cercare un trattamento appropriato.


La narcolessia


Esiste anche la narcolessia, cioè un disturbo del sonno cronico in cui si verifica l’intrusione di episodi REM durante il giorno. Questi episodi di sonno improvviso possono durare da pochi secondi a diversi minuti e possono verificarsi in qualsiasi momento della giornata, anche durante le attività quotidiane come mangiare, lavorare o guidare. La narcolessia è causata da un'alterazione dei meccanismi di regolazione del sonno e della veglia del cervello. La causa esatta non è ancora nota, ma si ritiene che la narcolessia sia causata da una combinazione di fattori genetici e ambientali.


L'apnea del sonno


L’apnea del sonno, poi, è un disturbo del sonno in cui la persona manifesta problematiche nella respirazione durante il sonno. Tali problematiche sono caratterizzate da interruzioni ripetute della respirazione o da una respirazione superficiale, e sono dovute o al non invio da parte del cervello del segnale per la respirazione oppure ad un eccessivo rilassamento dei muscoli della gola. Ci sono infatti tre tipi principali di apnea del sonno. Una di queste è l’apnea ostruttiva del sonno, che è la forma più comune di apnea, ed è causata dall'occlusione parziale o totale delle vie aeree superiori durante il sonno, per cui i muscoli della gola si rilassano, impedendo il passaggio dell'aria nei polmoni. Un’altra è l’apnea centrale del sonno, che si verifica quando il cervello non invia i segnali corretti ai muscoli respiratori durante il sonno. Questa forma di apnea impedisce la respirazione e causa risvegli frequenti durante la notte. Infine, c’è l’apnea mista del sonno, che è una combinazione delle precedenti. I sintomi dell'apnea del sonno possono includere il russare rumorosamente, la sonnolenza durante il giorno, il mal di testa al mattino, difficoltà di concentrazione e memoria, irritabilità e depressione. Il trattamento dell'apnea del sonno dipende dalla gravità dei sintomi e dal tipo di apnea del sonno. In alcuni casi, possono essere raccomandati cambiamenti dello stile di vita, come perdere peso, evitare l'alcol e smettere di fumare. In altri casi, possono essere necessari dispositivi per la respirazione, come la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), che fornisce una pressione dell'aria continua per mantenere le vie aeree aperte durante il sonno. In alcuni casi, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere l'ostacolo alle vie aeree superiori. In generale, l'apnea del sonno è un disturbo del sonno serio e può aumentare il rischio di complicazioni mediche come l'ipertensione, l'ictus e le malattie cardiache. È importante consultare un medico se si sospetta di avere l'apnea del sonno o se si soffre di sintomi come la sonnolenza diurna eccessiva o l'interruzione della respirazione durante il sonno.


La sindrome delle gambe senza riposo


Un ulteriore disturbo del sonno è la sindrome delle gambe senza riposo. La sindrome delle gambe senza riposo è un disturbo del sonno che provoca una sensazione spiacevole alle gambe, spesso descritta come un formicolio o una sensazione di bruciore, che porta alla necessità di muovere le gambe. Questo disturbo può causare difficoltà nel dormire e interferire con la qualità del sonno. Le cause della sindrome delle gambe senza riposo non sono completamente comprese, ma si ritiene che sia causata da un'alterazione dei livelli di dopamina nel cervello. Può essere associata ad altre condizioni, come il diabete, l'artrite reumatoide e l'insufficienza renale.


Le cause dei disturbi del sonno


Le cause dei disturbi del sonno possono essere dunque molteplici e dipendere da diversi fattori, come quelli fisici, psicologici e ambientali. Tra i fattori fisici vi sono per esempio le malattie cardiovascolari, il dolore cronico, il reflusso e l’artrite. Tra quelli psicologici, invece, vi sono lo stress, l'ansia e la depressione. Infine, tra i fattori ambientali, si possono rintracciare il rumore, la luce e la temperatura della stanza, come anche ciò che comporta alterazioni dei ritmi circadiani di sonno-veglia, per esempio il jet leg e il lavoro su turni. Inoltre, i disturbi del sonno possono essere causati da un cattivo stile di vita (condotte alimentari disfunzionali, esercizio fisico esagerato o assente, consumo di sostanze psicoattive quali droghe, ma anche alcol, caffeina, nicotina, farmaci, eccetera) e da cattive abitudini (sonno irregolare, addormentamento tardivo, utilizzo di dispositivi elettronici prima dell’addormentamento, …). È importante sottolineare, poi, che l’invecchiamento può avere un ruolo: le persone anziane possono avere maggiori difficoltà a dormire a causa di cambiamenti nella struttura del sonno e di altre condizioni mediche.


Il trattamento dei disturbi del sonno


Per curare i disturbi del sonno, è importante individuare la causa sottostante. In alcuni casi, possono essere sufficienti piccoli cambiamenti nelle abitudini quotidiane. In altri casi, invece, può essere necessario il supporto di un professionista, come un medico o uno psicologo, per individuare la causa del disturbo e definire un piano terapeutico adeguato.


La terapia psicologica

La respirazione

Una terapia psicologica può essere particolarmente utile nei casi di disturbi del sonno legati a fattori psicologici, come lo stress o l'ansia.

La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, può aiutare l'individuo a modificare le proprie abitudini del sonno e a gestire le preoccupazioni e i pensieri negativi che interferiscono con il riposo.

Si possono integrare inoltre tecniche di rilassamento, come la meditazione, la respirazione profonda e lo yoga, che possono aiutare l'individuo a ridurre lo stress e l'ansia, favorendo un sonno più tranquillo.


La terapia farmacologica

La terapia farmacologica dei disturbi del sonno

In alcuni casi, è utile rivolgersi ad un medico per integrare una terapia farmacologica, che può comprendere farmaci, quali ansiolitici e antidepressivi, sebbene sia necessario porre attenzione agli effetti collaterali e di dipendenza che possono produrre.


In generale, se si sospetta di avere un disturbo del sonno, è importante consultare un esperto. Il professionista può aiutare a identificare la causa sottostante dei sintomi e raccomandare così il trattamento più efficace per la persona al fine di migliorarne la qualità del sonno.


Concludendo...


Alla luce di tutto ciò, è importante porre risalto al fatto che i disturbi del sonno non devono essere sottovalutati, in quanto possono avere conseguenze negative sulla salute psicofisica dell'individuo. La mancanza di sonno, infatti, può per esempio compromettere la capacità di concentrazione e di memoria, aumentare il rischio di incidenti stradali e influenzare negativamente l'umore e le relazioni interpersonali.


In conclusione, per preservare la salute psicofisica, è importante adottare buone abitudini per il riposo e cercare di individuare e curare eventuali disturbi del sonno. In caso di difficoltà, è consigliabile rivolgersi a un professionista per definire un piano terapeutico adeguato e migliorare la qualità del riposo.


Il riposo di qualità

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